È tempo di iscrizioni scolastiche e tante mamme si stanno ponendo questo quesito. Probabilmente molti genitori stanno immettendo su Google parole del tipo “scuola”+”migliore”+”Firenze”, come se questa dovesse essere la scelta della vita, quella che determinerà la felicità o meno dei nostri figli. Si guardano i programmi educativi, l’insegnamento dell’inglese sin dalla materna e si fantastica sulla futura carriera scolastica del proprio figlio. Intanto, partiamo dal presupposto che la scuola non sostituisce l’ambiente familiare, per cui il contributo fondamentale ad una crescita psicologicamente sana e serena del bambino dipende, in primo luogo, da ciò che passa nella relazione con madre, padre, fratelli, nonni, ecc. Un bambino può essere turbato da quello che vive a scuola, ma l’effetto che questo turbamento avrà su lui, dipende principalmente dalla capacità genitoriale, da quanto riusciamo a percepire le sue emozioni, dargli spazio, accoglierle dentro di noi e trasformarle in qualcosa che sia per lui maggiormente accettabile e “digeribile”. Parallelamente, un bambino sarà tanto più pronto ad affrontare questa nuova esperienza, tanto più lo sarà il genitore. Il primo passo per prepararlo al nuovo percorso con serenità ed entusiasmo, è sentirsi noi stessi sereni ed entusiasti. Per questo è importante che il genitore abbia fiducia della propria scelta. Quanto un genitore lascia il figlio con l’insegnante, gli comunica esplicitamente ed implicitamente che quella sarà la persona di riferimento fino al suo ritorno. Quali sono, dunque, gli elementi da valutare nella scelta della scuola? Intanto, se decidiamo di iscriverlo per la prima volta al nido o alla scuola d’infanzia, non aspettiamo che l’anno sia già cominciato. Anche per un bambino molto piccolo, è meglio inserirsi in un gruppo nuovo, che in uno già consolidato. Prediligiamo un inserimento graduale, compatibilmente alle nostre esigenze lavorative. Il bambino deve avere la possibilità di familiarizzare con il nuovo ambiente. Le maestre, ovvero le educatrici, saranno per lui un punto di riferimento per i prossimi anni,quindi,sarebbe, auspicabile che rimangano tali e che non cambino durante il percorso. Il bambino deve essere stimolato, ma non sovra-stimolato. Non dobbiamo avere fretta che impari a contare, a ripetere tutte le capitali, ecc., ma non dobbiamo privarlo della possibilità di apprendere e sperimentare cose nuove. Concludendo, è bene ricordare che quello di cui necessita maggiormente il bambino nei primi anni di vita non sono cose, ma relazioni. È nella relazione umana, con l’adulto e gli altri bambini, che è stimolato a sperimentare e crescere. Gli spazi sono importanti, ma ancor di più lo è il rapporto umano.
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