La diagnosi psicoanalitica non si basa sul problema manifesto, ma sulla struttura della personalità e le sue dinamiche di funzionamento.
Per questo motivo, nei primi incontri con un nuovo paziente, lo psicoanalista cerca di formulare un’ipotesi circa il livello evolutivo della personalità della persona che ha davanti, collocandola lungo un continuum che va da una struttura nevrotica a quella psicotica, passando per la personalità borderline.
Nella personalità nevrotica i sintomi sono egodistonici (la persona non pensa che tutti dovrebbero essere come lui) e c’è un conflitto interno tra ciò che si desidera e ciò che si teme. E’ una persona con un alto livello di autonomia, ha una buona fiducia di base in se stesso e negli altri e un senso della propria identità soddisfacente. Tuttavia qualcosa ostacola una piena soddisfazione della propria vita. Nel corso dell’analisi si procede a ricercare il tipo di difese utilizzate dal paziente, le convinzioni e le fantasie più o meno consapevoli e i conflitti inconsci.
In quella psicotica i sintomi sono egosintonici (la persona pensa che tutti sono o dovrebbero essere come lui) e ci sono problematiche fusionali, cioè non c’è una chiara differenziazione tra Sé e l’altro e tra interno e esterno. Sono persone a cui manca un senso di fiducia e di sicurezza di base. Spesso sono cresciute in una ambiente in cui c’era un’incoerenza tra ciò che veniva espresso verbalmente e il comportamento oppure dove i sentimenti del bambino venivano distorti.
Nella personalità borderline il conflitto è tra fusione totale e isolamento, oscillano tra separatezza ostile ed attaccamento simbiotico. L’obiettivo terapeutico è raggiungere un senso di sé integrato, complesso e positivamente valutato.
La diagnosi iniziale è importante per impostare il trattamento ed il modo di porsi dell’analista con quello specifico paziente. Ad esempio, se con il paziente nevrotico non si danno consigli e l’analista mantiene un atteggiamento neutrale, può non essere così se il livello evolutivo del paziente si sposta sul versante psicotico. Con i pazienti più disturbati, l’analista deve essere maggiormente disposto a farsi emotivamente conoscere. Anche la stabilità del setting è tanto fondamentale e con il paziente grave un setting flessibile può portare a gravi conseguenze, quali l’interruzione della terapia.
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