La realtĂ di cui si occupa lo psicoanalista è un qualcosa che ha a che fare solo in parte con la realtĂ esterna. E’ un’intersezione tra realtĂ esterna e realtĂ interna del paziente, letta con le lenti della realtĂ interna dell’analista. Grazie alla propria analisi personale, lo psicoanalista interpreta il vissuto del paziente grazie alla consapevolezza del proprio vissuto.
Nella relazione analitica si riattiva il mondo infantile del paziente e una parte del mondo infantile dell’analista. Il contatto con il mondo infantile del paziente aiuta ad entrare in contatto con le angosce primitive, quelle che probabilmente sono alla base delle sintomatologia del paziente.
E’ questo che distingue il lavoro psicoanalitico dal lavoro psicologico: la consapevolezza del contatto con le angosce primitive, che l’analista ha potuto sperimentare precedentemente nel contesto protetto della propria analisi didattica.
L’analista si identifica con le proiezioni del paziente (identificazione proiettiva) ed è attraverso questo processo che può entrare in contatto con gli aspetti primitivi e arcaici del paziente.
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