Negli ultimi anni, il problema del mobbing sul posto di lavoro è diventato piĂš visibile che mai. Infatti, secondo uno studio, nel 2016 oltre il 50% dei dipendenti negli Stati Uniti è stato vittima di mobbing sul posto di lavoro. Se da un lato si tratta di una statistica scioccante, dall’altro significa che i datori di lavoro stanno diventando piĂš consapevoli del potenziale impatto sulla loro forza lavoro e stanno adottando misure per mitigare il piĂš possibile il rischio.
Che cos’è il mobbing?
Il mobbing è una forma di bullismo che ha un impatto sulla salute dei dipendenti. Il bullismo può essere di natura fisica, verbale e/o psicologica. Si ripete nel tempo contro un individuo o un gruppo di persone che hanno meno potere dell’autore o degli autori.
Il bullismo comprende:
- Abuso verbale (insulti)
- Esclusione sociale (ostracismo)
- Intimidazione (gesti minacciosi)
Leymann (1990) studiando il fenomeno della violenza sul lavoro, introdusse il termine mobbing e lo descrisse come una violenza psicologica ripetuta o un abuso emotivo da parte di una o piĂš persone nel posto di lavoro.
Secondo lâAgenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro ânon c’è una definizione univoca di mobbingâ . Un esempio di definizione può essere il seguente: il mobbing sul posto di lavoro consiste in un comportamento ripetuto, irragionevole, rivolto contro un dipendente o un gruppo di dipendenti, tale da creare un rischio per la salute e la sicurezza. In questa definizione: âcomportamento irragionevoleâ sta ad indicare un comportamento che, secondo una persona ragionevole e tenuto conto di tutte le circostanze, perseguita, umilia, intimidisce o minaccia; âcomportamentoâ comprende le azioni di singoli individui o di un gruppo. Si può far uso di un certo sistema di lavoro per perseguitare, umiliare, intimidire o minacciare; ârischio per la salute e la sicurezzaâ comprende il rischio alla salute mentale o fisica del lavoratore dipendente. Il mobbing spesso implica uno sviamento o abuso di potere, nel qual caso la vittima del mobbing può incontrare difficoltĂ nel difendersi (Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, 2002).
In Italia lâISPESL (2001) definisce il mobbing come una âforma di violenza psicologica intenzionale, sistematica e duratura, perpetrata in ambiente di lavoro, volta alla estromissione fisica o morale del soggetto/i dal processo lavorativo o dallâimpresa”.
In Francia è stata emanata una legge che cosĂŹ definisce il Mobbing: âazioni ripetute di molestie morali che hanno per oggetto o per effetto un degrado delle condizioni di lavoro suscettibili di portare attacco e danno ai diritti e alla dignitĂ , di alterare la salute fisica o mentale o di compromettere l’avvenire professionaleâ (Harcèlement moral au travail, Loi n° 2002-73 du 17 janvier 2002). LâOrganizzazione Mondiale della SanitĂ ha prodotto nel 2003 una pubblicazione in inglese dal titolo âRaising Awareness of Psychological Harassment at Workâ, presentata in occasione della Conferenza Internazionale di Medicina del Lavoro (ICOH) che si è svolta nel febbraio 2003 in Brasile. La pubblicazione è stata realizzata dal Consorzio ISPESL/ICP della Clinica del Lavoro âLuigi Devotoâ di Milano, in stretta collaborazione con lâInstitut Universitaire Romand de SantĂŠ au Travail di Losanna ed è distribuita dallâOMS a livello internazionale (WHO-ISPESL-ICP-IST, 2003).
La ComunitĂ Scientifica Italiana ha prodotto nel 2001 un Documento di Consenso sul tema mobbing intitolato Un nuovo rischio allâattenzione della Medicina del Lavoro: le molestie morali (mobbing), pubblicato sulla rivista La Medicina del Lavoro (Gilioli et al, 2001). Nel 2001 lâINAIL ha istituito un Comitato Scientifico su Malattie psichiche e Psicosomatiche da Stress e Disagio Lavorativo, compreso il mobbing (delibera CdA 26 luglio 2001, n. 473), che si è riunito per discutere sullâargomento, operando per la pubblicazione di linee guida per il riconoscimento della malattia professionale. Le conclusioni hanno condotto alla Circolare del 17 dicembre 2003 della Direzione Generale INAIL su Disturbi psichici da costrittivitĂ organizzativa sul lavoro. Rischio tutelato e diagnosi di malattia professionale. ModalitĂ di trattazione delle pratiche (INAIL, 2003). Con Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, datato 27 aprile 2004, è stato approvato lâElenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia, ai sensi e per gli effetti dellâart. 139 del testo unico, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, e successive modificazioni e integrazioni (GU n. 134 del 10-6-2004). Nella lista II di detto elenco (malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilitĂ , Gruppo 7, Malattie psichiche e psicosomatiche da disfunzioni dell’organizzazione del lavoro) sono compresi il Disturbo dellâAdattamento Cronico (codice identificativo II.7.01.F43.2) e il Disturbo Post-Traumatico Cronico da Stress (codice identificativo II.7.01.F43.1) da disfunzioni dellâorganizzazione del lavoro (costrittivitĂ organizzative), con indicazione delle principali situazioni negative di lavoro giĂ riportate nel documento INAIL.
La valutazione clinica: diagnosi, trattamento e prevenzione
Nel caso del mobbing, è necessaria una valutazione clinica per determinare se un individuo soddisfa i criteri per un disturbo psichiatrico dovuto al mobbing. In caso affermativo, il passo successivo è quello di escludere altre condizioni che potrebbero mimare o coesistere con esso (come un disturbo d’ansia). In seguito, il medico può raccomandare trattamenti specifici e/o aggiustamenti dei farmaci in base a quanto emerso durante il colloquio con il paziente. Se la vostra condizione è stata diagnosticata come causata dal mobbing o dalle molestie sul posto di lavoro, e non da un altro disturbo psichiatrico, allora questo vi aiuterĂ a orientare il vostro piano di trattamento per il futuro.
Considerate anche la possibilitĂ di chiedere consiglio a un avvocato specializzato in diritto del lavoro per quanto riguarda i vostri diritti e le opzioni disponibili per intraprendere un’azione legale contro i responsabili della creazione di ambienti di lavoro non sicuri all’interno delle loro organizzazioni.
Di seguito è riportato il protocollo valutativo di patologia stress correlata da mobbing, sviluppato nel 1996 da D. Camerino, M.G. Cassitto e R. Gilioli presso il Centro per la Prevenzione, Diagnosi, Cura e Riabilitazione della Patologia da Disadattamento Lavorativo, Clinica del Lavoro âLuigi Devotoâ, UniversitĂ degli Studi di Milano/Istituti Clinici di Perfezionamento.
Protocollo valutativo di patologia stress correlata da mobbing
1. Valutazioni Cliniche
- Anamnesi Familiare
- Anamnesi Sociale (Amicizie, Tempo Libero)
- Sintomatologia
- Risorse
- Futuro
- Farmaci
- Esame Psichico
- Colloquio Clinico
2. Valutazioni psicodiagnostiche
- Alterazioni dello stato di benessere indotte dalle situazioni di Mobbing
- Alterazioni dellâequilibrio socioemotivo
- Alterazioni dellâequilibrio psicofisiologico
- Disturbi del comportamento
- ALTERAZIONI DELLâEQUILIBRIO SOCIOEMOTIVO Depressione – ansia – stato di preallarme – ossessioni – attacchi di panico – isolamento – anestesia reattiva – sensazione di depersonalizzazione
- ALTERAZIONI DELLâEQUILIBRIO PSICOFISIOLOGICO Cefalea – vertigini – disturbi gastrointestinali – senso di oppressione toracica – tachicardia – manifestazioni dermatologiche – disturbi del sonno – disturbi della sessualitĂ – aggravamento di patologie internistiche preesistenti
- DISTURBI DEL COMPORTAMENTO Disturbi alimentari (ipofagia – iperfagia) – Abuso di alcool, fumo, farmaci – Reazioni autoaggressive o eteroaggressive – Totale passivitĂ
PoichĂŠ il mobbing non è uno stato, ma un meccanismo che si sviluppa, anche le conseguenze sullâequilibrio emozionale e piĂš generalmente sulla salute evolvono progressivamente con un diverso prevalere sintomatologico a seconda dei soggetti. Gullotta (2000) ha sottolineato come la sintomatologia dovuta al mobbing si accompagni a mancanza di interesse verso il mondo esterno, riduzione del senso di responsabilitĂ e la presenza di disturbi cognitivi che portano la persona a commettere ulteriori errori, esponendola ad ulteriori attacchi.
Il mobbing, per definizione, è una condizione avversativa di lavoro che è causa di un disturbo della qualitĂ della vita e che, in alcuni casi, può produrre alterazioni della salute. Pertanto il mobbing può essere alla base di un danno morale, di un danno esistenziale e di un danno allâintegritĂ psicofisica della persona. Il soggetto mobbizzato entra in uno stato di incertezza, ha paura di sbagliare, sente il bisogno di aumentare il controllo su se stesso e questo fa sentire la persona inadeguata, sfociando in un disturbo d’ansia e di attacco di panico. A questo punto, ricominciare a lavorare risulta particolarmente difficile. Si entra cosĂŹ in un circolo vizioso che deteriora sempre piĂš la qualitĂ della vita.
Nel valutare un eventuale danno psichico derivante del mobbing, è importante poter inquadrare lo stato psicologico precedente a quello che può essere stato un subdolo e graduale logoramento nell’ambiente di lavoro.
Lascia un commento