Su D di La Reppublica un articolo di Umberto Galimberti sulla patologia narcisistica.
Quando nasciamo, letteralmente veniamo al mondo, che incominciamo a vedere quando apriamo gli occhi, senza capire nulla di dove siamo capitati. Câè però una madre che fa da mediatrice tra noi e le cose del mondo. E siccome queste cose non sappiamo che cosa sono nĂŠ che cosa significano, la sola ârelazione oggettualeâ, come dicono gli psicoanalisti, si instaura con quellâunico oggetto che percepiamo fuori di noi, che è la madre. Può rispondere ai nostri bisogni piĂš o meno sollecitamente, può gratificarci con i suoi baci, i suoi abbracci, le sue carezze, può rassicurarci quando il mondo si fa buio perchĂŠ viene la notte ad animare tutte le ombre, può attutire le nostre angosce, cosĂŹ come può rispondere ai nostri sorrisi, che ci capita di fare senza sapere davvero perchĂŠ. Se questa relazione va abbastanza bene e le risposte della madre sono positive, prende corpo la ârelazione oggettualeâ, ossia la capacitĂ di investire su un oggetto (la madre) che è fuori di noi. Ma se la relazione non va bene, se gli investimenti che il bambino fa sulla madre non ricevono risposte adeguate, o comunque non sono gratificanti, il bambino può incamminarsi sui sentieri della depressione, oppure può salvarsi dalla depressione investendo non piĂš sullâoggetto esterno (la madre), ma su di sĂŠ.
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