Nella favola de “I tre porcellini”, ogni fratellino si prepara alla stagione invernale, che rappresenta la stagione in cui finiscono giochi e spensieratezza. Il più pigro decide di costruirsi una capanna di paglia, che “in un giorno sarà pronta!”. Il secondo porcellino, meno pigro dell’altro, va a cercare assi di legno ben stagionate e, con robuste martellate, costruisce una casetta di legno. Il terzo porcellino sentenzia che “ci vogliono tempo, pazienza e molto lavoro per costruire qualcosa che resista al vento, alla pioggia, alla neve, ma sopratutto che difenda dal lupo”. Mentre lui lavora, i fratelli vanno a trovarlo e ridendo lo schernivano “Perché lavori tanto? Non vuoi venire a giocare?”.
Cosa c’entra l’ansia con i tre porcellini
In questo caso il terzo porcellino è probabilmente il più ansioso, ma è anche ciò che lo salva dal lupo. La paura ed il riconoscimento del pericolo hanno permesso all’uomo di sopravvivere fin da quando abitava le caverne. Amigdala e ippocampo, le aree del cervello che regolano la risposta ansiosa, sono infatti regioni cerebrali molto primitive. La risposta alla paura può percorrere due vie. Una via corta, automatica, e una via lunga. Solo quest’ultima chiede aiuto alla corteccia prefrontale. E’ solo con la via lunga che possiamo, quindi, essere coscienti dello stimolo e dargli un significato.
Ad oggi, nessuna teoria sull’origine dei disturbi ansiosi risulta essere esaustiva e quindi ci possono essere strategie e terapie diverse per affrontarla.
Se si affronta il problema come il primo porcellino si possono assumere dei farmaci sintomatici come le benzodiazepine che hanno un’efficacia immediata, ma limitata nel tempo. Questi farmaci riescono ad eliminare rapidamente i sintomi (battito cardiaco accelerato e tensione muscolare) che però ricompaiono non appena la molecola del farmaco non sarà più presente nel nostro corpo.
Il secondo porcellino non si fida di una qualcosa di provvisorio come una casetta di paglia, ed intraprende una psicoterapia comportamentale, che si è dimostrata valida per i disturbi ansiosi in numerose ricerche, ma altrettante numerose ricerche hanno rilevato che purtroppo i suoi effetti sono temporanei (es. per una rassegna, Shedler, 2010). Certo, dureranno un tempo più lungo della casetta di paglia, ma quando il vento sarà più forte, i sintomi ansiosi faranno crollare anche la casetta di legno costruita grazie alle Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC).
Il terzo porcellino sa che per costruirsi una struttura solida e resistente ai diversi eventi è necessario impiegarci più tempo, lavorare sulle fondamenta della casa, dare solidità a tutta la struttura. E’ impossibile fare tutto ciò in poco tempo. La casa del terzo porcellino può essere costruita attraverso una terapia psicoanalitica. E’ più faticosa, richiede più tempo, ma permette di ri-costruire una casa solida dalle sue fondamenta.
Qualsiasi strategia si decida di percorrere, l’importante è sceglierne una ed essere consapevoli dei suoi limiti.
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