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“Non so cosa mi sta succedendo Neta, ma fa paura, è come se dentro di noi, nel cuore, nell’anima, c’è quella cosa che tiene uniti tutti i pezzi, la cosa che ricorda, che guida, che organizza, da cui tutto viene e a cui tutto va. Un’essenza, quella che è NOI, una specie di spina dorsale, ma non di ossa, è di sentimenti […]. E’ un po’ come la fiducia in se stessi, ma di più, è un po’ come la fiducia che un se stessi esiste, che esiste qualcosa di stabile in mezzo a tutto questo casino dell’essere una persona, qualcosa di cui si ha certezza che saprà leggere la realtà e la saprà tradurre così com’è. In questi ultimi giorni questo qualcosa mi si è sbriciolato. Io mi sto sbriciolando”.
“Tre Piani” di Eshkol Nevo
Nel campo della psicologia e della psichiatria, ci sono diversi stati mentali che possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita di una persona e sul suo benessere generale. Tra questi, alcuni dei più gravi comprendono la perversione, l’anoressia, la tossicodipendenza e la psicosi. Ognuno di questi disturbi presenta caratteristiche specifiche, sfide nel trattamento e impatti diversi sull’individuo e sulla società. Ecco un’analisi più dettagliata di ciascuno di questi stati mentali.
Perversione
Il termine “perversione” ha subito una significativa evoluzione nel suo uso nel corso della storia della psichiatria e della psicologia. Tradizionalmente associato a comportamenti sessuali devianti, oggi viene considerato in una luce più ampia che include vari tipi di comportamenti compulsivi che si discostano dalla norma etica o sociale. Perversioni possono includere atti di crudeltà, manipolazione o altre forme di comportamento dannoso. Spesso, queste azioni possono essere il risultato di gravi traumi non risolti e di disordini della personalità, e il trattamento può richiedere un’intensa terapia psicologica per affrontare le radici profonde del comportamento.
In particolare nel contesto psicoanalitico, la perversione non è solo limitata alla sfera sessuale, ma viene intesa come una deviazione del desiderio che si manifesta attraverso atti compulsivi e comportamenti manipolativi.
Seppur Freud, infatti, abbia inizialmente considerato la perversione come il persistere, nell’età adulta, di una sessualità infantile “perversa e polimorfa”, affermando che “La nevrosi è per così dire la negativa della perversione” (Freud, 1905, p. 477), in seguito chiarì come sia la nevrosi che la perversione siano un compromesso tra impulso, difesa e angoscia. Ne 1919 evidenzia, infatti, come le fantasie sadomasochiste siano una difesa dalle angosce del complesso edipico. Un anno dopo, in “Al di là del principio di piacere”, ipotizza che esista una pulsione di morte, più potente della pulsione di vita, non rappresentabile, ma che si trova legata a quella di vita. Nelle perversioni queste due pulsioni si slegano e la distruttività viene scissa e proiettata. E’ a questo che comincia a prendere corpo l’idea che la perversione possa mantenere in essere due aspetti opposti: amore e odio.
Freud, quindi, inizialmente collegava la perversione a forme immature di sviluppo sessuale, ma le interpretazioni moderne tendono a vedere la perversione come una difesa contro angosce e sentimenti insopportabili. Il perversione implica spesso l’uso di altri come oggetti per gratificare bisogni interni senza riguardo per la loro integrità psicologica o fisica.
Con i pazienti perversi risulta, quindi, basilare la funzione analitica così come concettualizzata da Bion (1959), il quale ritiene fondamentale la capacità dell’analista di accogliere e contenere i frammenti proiettati dal paziente. L’analista deve funzionare da oggetto che contiene e integra gli elementi dispersi del sé. Comprendere e dare un significato a questi frammenti, permette di renderli reintroiettabili e meno angoscianti per il paziente.
Anoressia
L’anoressia nervosa è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato da una paura ossessiva di aumentare di peso e da un’immagine corporea distorta. Le persone affette da anoressia spesso limitano severamente il loro apporto calorico, esercitano in modo eccessivo e possono adottare altri comportamenti dannosi per perdere peso. Questo disturbo può avere gravi conseguenze fisiche e psicologiche, inclusa la malnutrizione, l’osteoporosi, e problemi cardiaci. Il trattamento dell’anoressia è complesso e richiede spesso un approccio multidisciplinare che include supporto nutrizionale, terapia psicologica e, talvolta, intervento farmacologico.
La psicoanalisi vede l’anoressia come un rifiuto simbolico del cibo che rappresenta il rifiuto di altri aspetti più profondi e spesso inconsci della vita della persona, come la sessualità o l’indipendenza. Questo disturbo può anche rappresentare un tentativo di esercitare controllo in aree della vita dove la persona si sente impotente o vulnerabile. L’immagine corporea distorta e il terrore di guadagnare peso sono spesso interpretati come manifestazioni di un profondo conflitto interiore relativo all’identità e all’autonomia.
Tossicodipendenza
La tossicodipendenza è uno stato di dipendenza fisica e/o psicologica da sostanze come alcol, nicotina o droghe illegali. Questa condizione porta spesso a gravi conseguenze sociali, economiche e di salute. Il ciclo di dipendenza è difficile da rompere a causa sia dei sintomi di astinenza che delle complesse cause sottostanti, che possono includere fattori genetici, ambientali e psicologici.
Le sostanze psicoattive forniscono un sollievo temporaneo dalla sofferenza psichica, ma rinforzano anche la negazione e l’evitamento di affrontare le vere cause del malessere interiore.
Psicosi
La psicosi è uno stato psicopatologico in cui una persona perde il contatto con la realtà. I sintomi possono includere allucinazioni, deliri, pensiero disorganizzato e alterazioni della percezione. Le cause della psicosi possono essere varie, come disturbi psichiatrici (schizofrenia, disturbo bipolare), condizioni mediche (malattie neurologiche, squilibri ormonali) o l’uso di sostanze. Il trattamento della psicosi può includere farmaci antipsicotici, terapie psicosociali e supporto continuo per prevenire ricadute.
In termini psicoanalitici, la psicosi può essere interpretata come un fallimento delle difese nevrotiche standard, portando all’emergere di difese più primitive come la scissione, la negazione e il ritiro dalla realtà. La psicosi rappresenta un tentativo estremo di gestire angosce insopportabilmente intense e conflitti profondi, che non possono essere elaborati attraverso i canali normali della psiche. I deliri e le allucinazioni possono essere visti come tentativi di ricostruire e stabilizzare il mondo interno distrutto o gravemente disturbato.
Gli stati mentali gravi come la perversione, l’anoressia, la tossicodipendenza e la psicosi presentano caratteristiche complesse e spesso devastanti che influenzano profondamente la vita di chi ne soffre. Uno degli aspetti cruciali nella comprensione di queste condizioni è il loro legame con le difese psicologiche adottate dall’individuo, che possono alterare significativamente la percezione della realtà.
Difese psicologiche e distorsione della realtà
Tutti questi disturbi si caratterizzano per l’impiego di difese psicotiche o perverse, che non solo distorcono la percezione della realtà, ma possono arrivare a distruggerla completamente. A differenza delle difese nevrotiche, che tendono a limitare solamente la percezione delle emozioni, le difese psicotiche e perverse modificano profondamente il modo in cui una persona interagisce con il mondo esterno.
Origini infantili e sviluppo silenzioso
Le strutture psicopatologiche si iniziano a formare in modo silenzioso durante l’infanzia e manifestano la loro natura patogena solo in fasi successive della vita. Secondo De Masi, il carattere difensivo è una reazione secondaria a un’eccitazione che perverte la mente. Questo è particolarmente evidente nei casi di psicosi, che evolvono in maniera lenta e progressiva. Comportamenti insoliti o difficoltà di apprendimento durante l’infanzia possono essere indicatori precoci di un disturbo psicotico in sviluppo.
Il decorso della psicosi e la ripresa
Quando un episodio psicotico diventa evidente agli occhi di un osservatore esterno, significa che il processo sottostante era in atto da tempo. Questi episodi lasciano cicatrici e possono creare focolai di instabilità ulteriori. La capacità di recupero dell’individuo dipende sostanzialmente dalla durata e dalla gravità dell’episodio psicotico. Il processo di guarigione inizia da “piccole isole di sanità”, che possono espandersi gradualmente. La natura evolutiva della psicosi richiede un intervento tempestivo per scardinare il processo patologico nelle sue fasi iniziali e cercare di invertire o controllare i danni.
Importanza dell’intervento precoce
Riconoscere e intervenire precocemente in presenza di segni di disturbi psicologici gravi è fondamentale. Un intervento tempestivo può non solo impedire l’aggravarsi della condizione, ma anche favorire un processo di guarigione più efficace e rapido. È essenziale che familiari, educatori e professionisti della salute mentale siano attenti ai segnali precoci e pronti a offrire il sostegno necessario.
Tutti questi stati mentali gravi, si reggono su difese perverse o psicotiche e tendono a distorcere la percezione della realtà fino a distruggerla. Invece, le difese nevrotiche tendono a limitare la percezione delle emozioni.
Le strutture psicopatologiche si formano silenziosamente nell’infanzia ed esprimono solo successivamente la loro potenzialità patogena.
Secondo De Masi, nella costruzione psicopatologica il carattere difensivo è secondario all’eccitazione che perverte la mente. La psicosi è lenta e progressiva. Quando diventa evidente all’osservatore esterno vuol dire che il processo era già avvenuto silenziosamente nel corso del tempo. Nell’infanzia un comportamento bizzarro o difficoltà di apprendimento possono segnalare un processo già in atto.
L’episodio psicotico lascia cicatrici e focolai che possono portare a scompensi ulteriori. La possibilità di recupero dipende dal tempo trascorso e dalla gravità dell’episodio. Sono questi due fattori che incidono prevalentemente sulla possibilità di uscita dalla malattia. Il processo psicotico evolve continuamente e si sviluppa per gradi, passando da stadi parzialmente reversibili ad altri che lo sono sempre meno. Per questo è importante, in tutti gli stati mentali gravi, cercare di scardinare alle prime avvisaglie il processo psicotico in atto.
L’approccio psicoanalitico ai disturbi gravi come la perversione, l’anoressia, la tossicodipendenza e la psicosi offre una prospettiva profondamente radicata nella comprensione delle dinamiche inconsce e dei conflitti interni. Da questo punto di vista, i disturbi mentali sono manifestazioni di difese contro angosce e conflitti psichici profondi che risalgono agli stadi iniziali dello sviluppo psicologico dell’individuo.
Gli interventi psicoanalitici mirano a portare alla luce e a elaborare i conflitti inconsci sottostanti e le angosce e i traumi che alimentano questi disturbi. Attraverso il processo di analisi, si aiuta l’individuo a comprendere e modificare queste dinamiche interne, fornendo opportunità per una migliore integrazione psichica e una risoluzione più sana dei conflitti interni.
La psicoanalisi, quindi, non si limita solo a trattare i sintomi manifesti, ma cerca di raggiungere le radici più profonde del disturbo, offrendo una possibilità di trasformazione interiore e di miglioramento sostanziale della qualità della vita. Questo approccio richiede un impegno a lungo termine sia da parte del terapeuta che del paziente e si basa sulla costruzione di una relazione terapeutica profonda e sulla comprensione empatica delle esperienze interiori del paziente.
In conclusione, comprendere la natura e le origini di disturbi come perversione, anoressia, tossicodipendenza e psicosi è cruciale per sviluppare strategie di trattamento efficaci e per offrire speranza e supporto a chi ne è affetto. La conoscenza e la consapevolezza delle dinamiche sottostanti possono guidare interventi più mirati e personalizzati, essenziali per il recupero e il ritorno a una vita di qualità.
- Bion, W. R. (1959). Attacks on Linking. International Journal of Psychoanalysis, 40, 308-315.
- De Masi, F. (2007). La vulnerabilità allo psicotico. Roma: Astrolabio Ubaldini Editore.
- Freud, S. (1976). Tre saggi sulla teoria sessuale. Trad. it. di L. Musajo Somma e A. Pagni, Torino: Boringhieri.
- Freud, S. (1977). Al di là del principio di piacere. Trad. it. di C. L. Musatti, Torino: Boringhieri.
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